Pompei, Ercolano e Vesuvio

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Pompei, Ercolano ed il Monte Vesuvio, 3 luoghi uniti da un drammatico legame ed un tragico destino che ci ha lasciato un immenso patrimonio.

Era l’anno 79 d.C. quando la terribile eruzione del Vesuvio distrusse le città romane di Pompei ed Ercolano, seppellendole sotto metri di pomici, ceneri vulcaniche e fango. Entrambe le città furono abbandonate e dimenticate dopo la tragica eruzione, fino a quando uno scavo casuale le ha riportate alla luce nel XVIII secolo.

Pompei ed Ercolano rappresentano esempi unici di città romane preservate esattamente come erano circa 2000 anni fa, con i loro edifici, templi, negozi ( Pompei era fornita di lavanderie, panetterie, fabbri e molte altre attività commerciali), terme, taverne, locande, ville di lusso e luoghi di intrattenimento come teatri, anfiteatri ed anche bordelli, tutto è stato trovato come era allora, congelato nel tempo.

Pompei era un brulicante centro commerciale con circa 15.000 abitanti, una città di mare con un importante porto dove avvenivano scambi commerciali da tutto il Mediterraneo, dove merci e prodotti venivano importati ed esportati fino in Africa ed in Asia.

Ercolano era un piccolo centro sulla costa di circa 5000 abitanti dove i facoltosi romani si ritiravano per rilassarsi nelle magnifiche “ville d’otium”, ville sfarzose affacciate sul mare. Sia Pompei che Ercolano erano circondate da lusso ed opulenza: il gusto raffinato dei loro abitanti è ben visibile nelle meravigliose decorazioni parietali, negli affreschi, nei mosaici, nei marmi e nelle decorazioni che arricchivano le sontuose domus (l’abitazione tipica della classe media romana); materiali preziosi come oro ed argento erano utilizzati per gioielli ed oggetti di uso quotidiano come lampade e posate.

A Pompei gli archeologi sono riusciti a riprodurre attraverso un delicatissimo processo, una copia esatta dei corpi delle vittime dell’eruzione vulcanica sotto metri di cenere solidificata. L’archeologo Giuseppe Fiorelli, nel 1863, si rese conto che sotto i diversi strati di terreno che coprivano la città, si erano formati degli spazi vuoti lasciati dai corpi decomposti delle vittime. Fiorelli ebbe la brillante idea di versare gesso liquido nelle cavità per ricreare la forma esatta del corpo nel momento della morte. E’ un’incredibile esperienza guardare questi calchi dove, in alcuni casi, è possibile osservare ancora le espressioni facciali degli ultimi istanti delle loro vite.

Visitare Pompei ed Ercolano dà la possibilità di “guardare” da vicino come vivevano gli antichi romani. E’ possibile sapere come viveva un comune schiavo o un gladiatore attraverso le migliaia di iscrizioni e graffiti lasciati sui muri; o conoscere la routine quotidiana di una elegante matrona o di un ricco mercante attraverso le dimensioni della loro casa o dalla ricchezza delle decorazioni sui muri; possiamo conoscere il tipo di lavoro che facevano e quanto guadagnavano attraverso note meticolosamente riportate su tavolette di cera; oppure le abitudini alimentari degli abitanti attraverso i numerosi reperti organici trovati carbonizzati negli scavi, come pagnotte di pane, gusci d’uova, verdure efrutta.

Mentre 3/4 della città di Pompei sono stati portati alla luce, l’antica città di Ercolano giace ancora in gran parte sotto le fondamenta della nuova città moderna. Ma pur essendo stata scavata in minima parte, le rovine di Ercolano rappresentano un sito eccezionale per lo stato di conservazione delle abitazioni e degli oggetti, essendo stata sommersa nella seconda fase dell’eruzione del Vesuvio, non da pomici o rocce vulcaniche come accaduto a Pompei, ma da un fiume di fango che ha riempito ogni cavità della città, “sigillandola” per circa 2000 anni.

Ad Ercolano, materiale organico come legno, tessuti e persino carta, sono stati carbonizzati dal fango incandescente e, ancora oggi, visitando Ercolano è possibile vedere le strutture lignee degli edifici, i mobili e le porte delle opulenti residenze romane.

Dopo l’eruzione del 79 d.C. il Vesuvio ha eruttato diverse volte, l’ultima delle quali nel 1944. Il vulcano, distante circa 5 km da Ercolano e 8 km da Pompei, è situato al centro del Parco Nazionale del Vesuvio, un’area protetta per diverse specie di flora e fauna. Vale sicuramente la pena raggiungere la cima del cratere attraverso il percorso trekking, dal quale si può godere di una meravigliosa vista sulla penisola Sorrentina, la baia di Napoli e l’isola di Capri

 

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