I Campi Flegrei sono una vasta area vulcanica ad ovest di Napoli il cui nome deriva dal greco Phlegraios, “ardente”, a causa dell’intensa attività vulcanica che ha caratterizzato la zona sin dall’antichità.
Questo luogo ha sempre affascinato gli antichi colonizzatori a causa del suo particolare paesaggio naturale: crateri, laghi vulcanici, fumarole, fangaie bollenti, eruzioni vulcaniche e terremoti hanno contribuito a conferire ai Campi Flegrei un’aurea magica ed inquietante, ispirando numerosi miti e leggende.
Secondo gli antichi greci, in questo luogo è avvenuto il mitico scontro tra i Titani e Zeus: i terribili giganti furono sconfitti dal dio e relegati nei Campi Flegrei, dove infestavano l’area con fiamme e fumo.
Nel tempo, numerosi crateri vulcanici si sono trasformati in laghi e uno di essi, il lago Averno, per secoli era considerato il luogo di accesso all’aldilà: l’Ade, il regno dei morti descritto da Virgilio. Il nome del lago deriva dal greco A-ornon, che significa “senza uccelli”, con riferimento alla morte dei numerosi uccelli che sorvolano il lago a causa dei vapori sulfurei.
Eruzioni vulcaniche e terremoti hanno modificato la topografia di questi luoghi nel corso dei millenni fino ai giorni nostri. Nei Campi Flegrei sorge il monte più giovane d’Europa, Monte Nuovo, formatosi nel 1538 in soli 3 giorni di ininterrotta colata lavica.
L’area presenta inoltre un fenomeno molto particolare chiamato “bradisismo”, il lento alzarsi ed abbassarsi del livello del suolo dovuto al surriscaldarsi del materiale vulcanico nel sottosuolo. Il bradisismo ha causato in passato numerosi disagi e l’abbandono di intere aree. A Pozzuoli, per esempio, negli anni ’80 il fenomeno era talmente intenso che il suolo si è sollevato di circa 1,8 metri in un paio di anni, causando l’evacuazione di un intero quartiere, il Rione Terra.
Terremoti ed eruzioni vulcaniche non hanno però scoraggiato vari popoli e colonizzatori a risiedere in questo luogo nel corso dei millenni; ancora oggi i Campi Flegrei ospitano numerosi reperti di epoca greco-romana, evidente segno di un passato glorioso fatto di bellezze naturali e di lussuose “ville d’otium”.
Molti centri costieri, come Baia e Bacoli, erano i luoghi di villeggiatura preferiti dai ricchi romani e dagli imperatori.
A Baia, personalità del calibro di Giulio Cesare, Cicerone, Nerone e Adriano possedevano grandi ville affacciate sul mare e si dice che Cleopatra si trovasse in una di queste ville quando Giulio Cesare fu assassinato a Roma nel 44 a.C.
In queste dimore, proprietari ed ospiti si riunivano per discutere di politica e di affari, indulgendo in sontuosi banchetti e nel piacere delle terme annesse alle ville.
Alcune residenze erano attrezzate con un sistema di cisterne e vasche per la piscicoltura (si allevavano soprattutto ostriche, frutti di mare ed anguille) oppure con terrazzamenti ed aree adibite all’agricoltura. In questo caso, i ricchi possidenti romani combinavano il piacere dell’ozio in villa con gli affari, sfruttando un luogo dal clima mite e dal terreno fertile.
Altri centri avevano un carattere prettamente militare o commerciale. Miseno, ad esempio, era una delle più importanti basi navali romane, il porto da cui salpavano le navi alla conquista del Mediterraneo.
Pozzuoli, posizionata anch’essa sul mare, era stata fondata dagli antichi greci con il nome di “Dikaiearchia” (il governo dei giusti) e successivamente chiamati “Puteoli” quando fu colonizzata dai romani. In epoca Augustea, Pozzuoli era il centro commerciale più importante del Mediterraneo ed una vivace città cosmopolita. La colonia aveva 2 anfiteatri, uno dei quali è ancora visitabile oggi, L’anfiteatro Flavio di Pozzuoli, probabilmente costruito sotto Vespasiano, è il terzo anfiteatro più grande d’italia e poteva contenere fino a 40.000 persone. L’anfiteatro era un popolare luogo di intrattenimento dove avvenivano combattimenti tra gladiatori e bestie feroci.
La Solfatara di Pozzuoli è un luogo incredibile un cratere di recente formazione (circa 4000 anni), uno dei pochi vulcani dove è possibile camminare all’interno del cratere, circondati da una bianca atmosfera lunare fatta da pozze di fango bollente e vapori dall’acre odore di zolfo.
Secondo i romani, la Solfatara era il “Forum Vulcani”, la casa del dio Vulcan, divinità del fuoco; ancora oggi questo luogo ispira fascino e stupore a causa della surreale ambientazione che lo circonda.